mercoledì 18 maggio 2011

L'insostenibile leggerezza dell'Eros


"Arthur.. ho bisogno di far l’amore con te.. Ho bisogno che mi prendi fino a sfinirmi.."

Mi ha portata da lui, ha cercato di farmi parlare, ma le parole non uscivano, non sapevo nemmeno quali usare. La paura di quello che ora so, di me stessa. La paura di rovinare tutto. La paura di .. Saperlo negli stessi atteggiamenti con qualcun’altra.
A volte annuso le mie lenzuola e sento il suo odore e non capisco più nulla... A volte annuso le sue, chiedendomi se ci sia il profumo di qualche altra sua amica.
Sono stupida,lo so. Non credo neppure che lui.. Sia uno di quegli uomini che collezionano storie e le segnano con le tacche sul muro.
Però...
Dovevo sentirlo
dentro di me,
su di me,
sotto di me.
Dovevo sentirlo.
Come spiegare che in questo nostro rapporto il sesso non è l’unica cosa che ci unisce eppure al tempo stesso è quanto ci permette di dialogare più intimamente che in altre occasioni? Come spiegare che non è niente di ciò che gli altri possono immaginare?
Perchè spiegare?
Dovevo sentirlo.
Lui ha capito.
Avevo bisogno che non ci fossero parole, limiti, cose non dette "per paura di.."
Avevo bisogno di sentire il suo desiderio di me. E le attenzioni di cui mi ricopre ancor più quando siamo a letto.
Avevo bisogno di essere una cosa sola con lui, carne, umori, saliva, respiro, sudore.. Avvinghiati, incastrati (perfettamente); aggrappata a lui.
Sull’orlo di un abisso in cui lasciarsi cadere è piacere allo stato puro, eppure ancora restare li appesi.
Volevo sentirlo.
Volevo godere di ogni sensazione
Volevo la nostra pelle che aderisce, le sue labbra, le sue mani, il suo odore, i suoi sguardi e la sua voce.
Mi ha portata su e mi ha baciata
Mi ha baciata e mi ha spogliata, lentamente.
Mi ha spogliata e fatta distendere accanto a se.
Mi ha fatta sdraiare e mi ha guardata e accarezzata e baciata.
La camicia ancora indosso, solo aperta, non del tutto.
La gonna per terra, mucchio di stoffa scura, come i pensieri che ho lasciato impigliati da qualche parte sulle scale.
Il tanga ancora indosso.
Le sue mani fra i miei capelli, sciolti, sparsi, liberi.
Le sue mani sui miei seni
Le sue mani fra le mie gambe e le sue labbra sui miei capezzoli.
Gli ho chiesto di più.
Lentamente.. Dolcemente. Come lui stava facendo senza che glielo dicessi.. Era così che lo volevo. Ma lo volevo sentire dentro di me. E volevo lasciarmi andare. E volevo ritrovarmi priva di forze, sfatta, sul materasso,scomposta, sazia. libera..
I suoi gesti privi di fretta ma colmi di desiderio, come i miei.
I baci che tolgono il respiro - o lo danno, finalmente. Respiro. Aria. Vita - i baci che dissetano e parlano.
Il tanga spostato e i pantaloni abbassati solo in parte.
Via la collana, la camicetta aperta.
Il suo volto fra il mio collo e la mia spalla. Il suo respiro. Il mio. Le mie mani sulle sue spalle, le mie labbra sul suo orecchio, lui dentro di me. Fino in fondo. Un abbraccio totale.
Le nostre parole.
Sussurri
Spezzati
Ansiti
Risate
"Hai gli occhi lucidi"
"Sono felice"
"Me lo dici che hai?"
"Voglio solo.. Godere con te.. E saziarmi di te.."
"Tutto quello che vuoi"
"Mi fai impazzire così.."
"E’ colpa tua.. E’ tutta colpa tua"
Il suo tono che riflette il piacere, la voglia, a volte brusco, brusco non per me.. Non per lui.
Brusco perchè si trattiene a stento.
Perchè ascolta il mio corpo,
ascolta me,
i miei bisogni.
E si adatta ai miei ritmi.
Si eccita, gli piace.
Mi eccita, ancora di più, così.
Non rinuncia, adattandosi.
Quel suo sguardo che si fa più serio, gli sbuffi nervosi. Ma non c’è.. Tensione negativa in tutto questo.
E’ la voglia di averci.
Di prenderci e donarci.
E’ quel bisogno incontenibile di fonderci, di completarci.
Gli chiedo, sfacciata.
Mi asseconda.
Mi guida, a volte. La sua voce che mi carezza l’udito e il cuore e i sensi.
Mi guarda e mi lascia libera..
Libera di cercarlo se voglio.
Di muovermi contro di lui, di fare mie le sue carezze.
Le mani che afferrano il lenzuolo, il vuoto, la sua carne.
L’aria densa di sospiri e gemiti.
Caldo miele fra le gambe, su di lui. Lo raccoglie, lo gusta, mi bacia.
Occhi persi negli occhi.
Sorrisi.
Carezze.
"Stringimi Arthur.. Voglio sentirti..."
Mi tiene stretta a se, il suo petto contro il mio, poi sulla mia schiena, le sue labbra sul mio volto.
Lui mi entra dentro, millimetro per millimetro, lo sento, vibro, lo avvolgo, lo trattengo li.. Lui mi entra dentro e mi esplora, arriva fino in fondo.
E mi sento piena.
Piena di lui e di.. pace.
Pace infinita.
I muscoli tesi alla ricerca del piacere, il respiro spezzato e i brividi, ma dentro... dentro morbida.. molle.
E’ un diffondersi di luce rosata come quella di un’alba, si irradia, mi riscalda, mi accarezza, mi tranquillizza, mi toglie le maschere e le getta via.. Queste non servono..
Brucia le paure. Nemmeno queste, servono.
Sono solo io. E’ solo lui.
Siamo noi.
Insieme nel vortice.
Fianco a fianco
Dove cadi tu ti tengo io
Dove mi perdo io mi prendi la mano tu.
Sono solo io. Sei solo tu. Siamo noi, uomo e donna. Semplici. Speciali per noi. Umani. Con i difetti, gli scazzi e le prese in giro. E quel qualcosa che ci fa piacere tutto questo. Siamo una sola cosa e al tempo stesso siamo distinti e definiti.
Vortichiamo nel piacere assoluto. Dopo molto tempo, perchè ci siamo voluti così.
Ogni volta ci riscopriamo. Mi piacciono le tue labbra, te l’ho detto? E le tue mani. A volte le immagino su di me, quando non siamo insieme.
Ti ho mai detto che se sento il tuo odore ho un piccolo black out?
Ti ho detto che se mi immergo nell’acqua della vasca ripenso alle pozze di Clermont e non riesco a trattenermi dal cercare di nuovo quelle sensazioni? Le mie mani che cercano di ripercorrere il cammino delle tue..Ma non è lo stesso.
Non è lo stesso.
Volevo sentirti.
Volevo che fosse tutto questo a farmi ritrovare l’equilibrio.
Volevo averti dentro di me
Volevo saziarmi di te
Volevo ricadere sul materasso sudata, sfatta, sfinita e soddisfatta.
Stringimi, Arthur, ora che la tensione sublime si sta sciogliendo.
Stringimi a te e non parliamo.
Ascoltiamo i nostri cuori ancora un po’ impazziti e i nostri respiri caldi e pesanti.
Stringimi e poi ricominceremo.
E poi dormirò fra le tue braccia finchè non ti alzerai per andare a dipingere mentre mi abbraccio al cuscino che sa di te.
E mi risveglierò col tuo sorriso.
Non voglio altro.

Nessun commento:

Posta un commento

Dopo una giornata con i tacchi...