sabato 31 dicembre 2011

BUON ANNO!

Ed è arrivato l'ultimo dell'anno... quante cose sono accadute, legami di plastica e di cartone, ma anche legami senza troppe parole, unioni non urlate e vissute sino in fondo o scoppiate... cambiamenti, traslochi... rabbia e rancori che si scioglieranno, perchè alla fine i sentimenti negativi tendono a dissolversi nell'aria, o almeno per quel che mi riguarda... ho perdonato quasi tutti, inizio a farlo anche con me stessa, perchè si sa, le nostre mancanze, le colpe battute in pieno petto sono quelle più difficili da far scivolare via,ci vuol tempo... non ho ancora digerito il trattamento di Marco della Transnova, un uomo tutto d'un pezzo che dirige un'azienda, ma non ha il coraggio delle proprie azioni, che licenzia e manda avvisi tramite sms... la conferma che non è l'organo genitale che fa l'uomo, ma ben altro... si perde, ci trova, si cerca..alla fine siamo tutti in un bosco alla ricerca di funghi, c'è chi con il tempo impara a distinguere quelli velenosi da quelli commestibili, chi ancora ha ancora molto da imparare... non chiedetemi perchè mi è venuto in mente questo paragone, alla volta mi chiedo anche io il perchè di certi miei pensieri e ancora attendo risposta... che dire ancora? Come al solito potrei scrivere contorcendomi con verbi e aggettivi e facendo i salti mortali tra virgole e parentesi, ma per quest'anno basta parole, credo di averne dette già troppe... Buon anno a tutti e che possa davvero essere l'inizio di un capitolo nuovo per tutti...

mercoledì 28 dicembre 2011

Facebook:fenomeno sociale o da baraccone?

Facebook sta diventando la scappatoia dalla solitudine, un grido per rompere la monotonia della vita...per molti è diventato quasi vitale... per me è sempre stato un mezzo che mi ha portato a conoscere tante persone... con qualcuno ho legato un pò di più, con altri meno... c'è chi ha consolidato un rapporto e chi invece ha distrutto tutto grazie a chi è stato dotato di lingua solo per dire cattiverie e un cervello per riempire la scatola cranica... ho riso, ho pianto, ho anche avuto modo di toccare mondi paralleli che a volte si sono incrociati, ma non tutti mi sono piaciuti... ho conosciuto un guardiano che mi ha regalato e che ancora mi regala emozioni forti e tanti sorrisi, nonostante l'amarezza del momento...insomma, su questo mondo ci sarebbe da scrivere davvero tanto... forse è questo un modo per ringraziare chi mi è rimasto accanto, nonostante il mio essere burbera, nonostante le mie stranezze e il mio non esserci, ma anche chi ha deciso di allontanarsi dandomi il modo di analizzare il mio modo di fare... non sono giusta, non sono saggia come non lo è nessuno di noi..accettasi e accettare, ma anche cercare di smussare gli angoli spinosi del nostro carattere... spesso mi inalbero ed esce fuori la carogna che è in me, ma poi cerco di riflettere...onore, rispetto, amicizia, tolleranza , io non so se sono solo parole vuote o se davvero hanno un loro valore, non so se basta scriverle per sentirle davvero... ad ognuno è stata data la possibilità di avere il proprio momento di gloria, di scrivere una frase che è riuscita ad arrivare al cuore di qualcuno, oppure a far storcere il muso... uno strumento virtuale che diventa oggetto di analisi, un fenomeno di cui parlare... 
Grazie a tutti
Rosathea, Lady Altea, Sabrina EroticArt, Lina

martedì 27 dicembre 2011

L'anno che verrà

Che noia stasera! Leggo i commenti su Facebook, gioco a Ravenwood, ma non c'è nulla che catturi la mia attenzione, avete presente quando nulla riesce a fermare il cigolio del meccanismo inserito nella scatola cranica che genera pensieri affannati e affannosi? Ecco, questa sera non riesco a "spegnermi". 
Magari sono queste feste natalizie non sentite, questi slogan pieni d'ipocrisia e falso buonismo mentre nella quotidiana realtà c'è chi davvero si trasforma in equilibrista pur di far quadrare i conti e a proposito di somme e divisioni ecco che si avvicina anche il tempo dei bilanci... è stato un anno duro per molti, specialmente dal lato economico, a qualcuno è stato dimezzato lo stipendio, altri hanno perso il lavoro ( c'è anche chi è stato licenziato tramite sms perchè il grande capo, uomo tutto d'un pezzo, non aveva il coraggio di spiegare la situazione e ha preferito utilizzare il cellulare )... diciamo che per molti è stato un anno in perdita.
Non sapremo mai se le occasioni non colte erano quelle giuste, se i treno persi sarebbero poi arrivati in orario... vado incontro al futuro dando un'occhiata al presente, mi riprometto di non commettere più gli stessi errori, ma chi può dire come si presenteranno certe situazioni... questa sera i miei pensieri sono più sparsi che mai, come se una folata di vento avesse sparpagliato i tasselli della mia vita in giro per la casa... chissà se riuscirò a ricomporre il puzzle.... quante persone hanno attraversato la mia vita, c'è chi ha lasciato un segno positivo, altri lasciano il tempo che trovano, ma tutti hanno comunque contribuito alla mia crescita... 
Come al solito i pensieri si accodano e sembra di essere a Tokio nell'ora di punta, le parole sgorgano tumultuose senza capo e coda... e le domande si moltiplicano, le incognite non trovano risoluzione... forse, l'unica cosa da fare è chiudere tutto e andare a dormire, sarà poi vero che la notte porta consiglio?
Vado a dormire... dovrei trovare un vigile per questo traffico... trovo rifugio dal guardiano che ascolta i miei pensieri e mi offre un bicchiere di rhum....

venerdì 18 novembre 2011

Barba e capelli e la confidenza è servita!

Da quando mi sono avvicinata a questa professione l'immancabile curiosità mi ha spinta a ricercare informazioni e stranezze sulla vita del barbiere, si lo so che è un mestiere tipicamente maschile, anche se posso garantirvi che ci sono delle donne barbiere molto molto brave, poche, ma ci sono e di me dicono che ho una mano ferma e delicata... purtroppo è un mestiere che sta sparendo, ma qualcuno lo sta riesumando, magari aggiungendo qualche "particolare" in più che possa rendere il momento della rasatura l'attimo in cui si stacca dal tran tran quotidiano, una coccola direi...
Cercando e ricercando sto trovando delle chicche niente male... ad esempio delle conversazioni di diverse epoche storiche, quando il barbiere si occupava anche di altro e non solo di barba e capelli, come molti di voi sapranno una volta era anche dentista, circoncideva, leggeva i tarocchi, consigliere...insomma un factotum e qui è d'obbligo citare l'opera di Rossini, il Barbiere di Siviglia, dove Figaro (il barbiere) cercava di sbrogliare anche gli "impicci"d'amore..
Tornando a noi, ecco le conversazioni di cui vi ho scritto sopra:

    1784:
 - Cliente: “I miei omaggi.”
 - Barbiere: “Oh chi veggo! Servo suo.”
 - Cliente: “Mi allinei le basette, e di gran carriera! Ho taluni offici da espletare in mattinata.”
 - Barbiere: “In tal caso le applicherò del tonico e, nel lasso del suo effetto, finerò il rasoio sulla cinghia.”
    - Cliente: “Compro anche un sacchetto di nei. Li ho finiti ieri l'altro.”

    1822:
 - Cliente: “Signor tonsore!”
 - Barbiere: “Cosa comanda?”
 - Cliente: “Ho una zecca sul coglione.”
 - Barbiere: “Misericordia.”
 - Cliente: “Menavo la mia sguattera dietro a un rododendro, quando una zecca, vigliacca, mi si agganciò alla palla.”
 - Barbiere: “È d'uopo toglierla. Riscaldo le pinze nella brace.”
 - Cliente: “Prepari la pomata: voglio anche fare i baffi.”

    1905:
 - Cliente: “Buon dì.”
 - Barbiere: “Buon giorno a voi.”
 - Cliente: “Ahimè, ho gli umori sovvertiti. Da qualche tempo, all'imbrunire, accuso forti mancamenti. Di cosa si tratta a parer vostro?”
 - Barbiere: “Malfrancese, senza dubbio. Vi applicherò dei parassiti per pulire il sangue, poi vi farò ingerire un cucchiaio di petrolio, vero toccasana in questi frangenti.”
 - Cliente: “Smuoverà la bile?”
 - Barbiere: “Questa notte avrete da cagare.”

    2006:
- Cliente: “Ciao.”
- Barbiere: “Mh.”
- Cliente: “Senti, hai visto Collateral?”
- Barbiere: “No.”
- Cliente: “Voglio i capelli di Tom Cruise in Collateral.”
- Barbiere: “Ok, metti il culo sulla sedia che finisco la sigaretta e arrivo.”

Cambiano i tempi, le mode, ma comunque il parrucchiere resta sempre il confidente a cui affidare le pene, le gioie e i dolori della vita... sotto a chi tocca, chi è il prossimo?
Buona giornata gente!

martedì 15 novembre 2011

Vivere? Roba da ricchi!

Costretta a casa da un'influenza ne approfitto per rispondere alle mail accumulate, a contattare gli amici che non sento da tempo... le risposte che ne ricevuto sono allarmanti, la maggior parte di loro ha perso, come me, il lavoro e combatte per cercare di non soccombere alle spese della vita quotidiana... tutto questo mi ha fatto sprofondare nello sconforto più nero, ovunque mi giro leggo solo storie di questo genere... sta diventando una guerra povera tra poveri e intanto chi può se la ride alla faccia nostra e noi come beoti prendiamo le parti di questo e di quello senza pensare che l'unica cosa che hanno a cuore è la barca, la casa in montagna, le vacanze di Natale dall'altra parte del mondo... noi siamo solo il mezzo con cui loro possono ottenere tutto questo.... e intanto noi si tira la cinghia!
La situazione di oggi porta ad adattarsi, a prendere qualsiasi lavoro, anche perché da quello che sto vedendo i lavori vengono distribuiti per conoscenza e non per merito... è uno sfogo amaro il mio, la rabbia di chi nella vita ha timbrato più volte il cartellino, lo sconcerto di chi ha dovuto lavorare anche senza quel cartellino perché cosi è se vuoi mangiare! Tutto quello che ho guadagnato e appreso con sudore e fatica è stato buttato alle ortiche, continuo a chiedermi se davvero si arriverà ad una svolta,  ma per ora le risposte non lasciano spazio a nessun buon auspicio... questa sera il mio sfogo è amaro...questa sera la mia voce è un sibilo lontano...

lunedì 14 novembre 2011

La Rosa Dei Sensi

La rosa dei sensi nacque nel 2004, con Rosathea e il suo mondo fatto di immagini erotiche non urlate, ma sussurrate...
Sorrido se penso alle mail di certi uomini che hanno lo stupido pensiero di una preda facile, di una donna pronta all'uso, con chiunque, sempre e dovunque...
C'è ancora molta strada da fare, purtroppo ci dichiariamo esseri intelligenti e con un'apertura mentale a 360°, ma l'unica apertura desiderata è quella delle gambe!
Poi, nel corso degli anni, ho anche provato ad organizzare mostre, ma ho ricevuto dei forse che sono diventati dei no, anche dei si certi che diventando no  hanno accampato scuse banali... l'erotismo non è qualcosa di sporco, è un veicolo per la coppia, è riuscire a oltrepassare le porte dell'immaginazione trasportati su un tappeto volante... la fantasia come sale della coppia... come gioco...



Buona giornata a tutti...

Rosathea

mercoledì 9 novembre 2011

Il mio erotismo è anche il tuo?




Cos'è l'erotismo? Secondo il dizionario:"Tutto ciò' che riguarda l'amore sensuale: impulsi erotici, desiderio e ciò' che rappresenta l'amore fisico"... quando poi si cerca di approfondire l'argomento magari con ricerche nel web, è possibile trovare di tutto; ognuno ha il proprio punto di vista su quello che si può considerare erotico e su quello che invece scade nel pornografico.. 
Erotico, per me, è anche il lobo di un orecchio, un gesto improvviso come lo spostare una ciocca di capelli,  uno sguardo furtivo, anche un film pornografico può diventare erotico se usato come mezzo per scatenare le fantasie di una coppia... erotico è qualcosa che ti trasporta oltre i sensi,che riesce a farti "sentire" il calore della pelle attraverso uno scatto, un disegno, una forma in creta.
Alla fine comunque credo sia qualcosa di soggettivo, io non sono bravissima con le parole e quindi ho deciso che lascerò ad altri l'onere e l'onore di scrivere e decantare l'erotismo, io lo farò attraverso i miei scatti, attraverso gli artisti che mi provocano quelle belle emozioni che partono dalla mente sino a fondersi con la fantasia e con la mia libido."

Rosathea

martedì 1 novembre 2011

UNTITLE... quando le parole non hanno un senso

Ci sono giorni in cui vorrei disfarmi di ogni parola, restare nuda, con l'anima vergine, immacolata... ma certe parole sono come catene alla caviglia...
Giudicare per non essere giudicati, confondere il mazzo di carte e nascondere gli assi... puntare quel dito sugli altri, , perché così l'attenzione non è più sul sudiciume che ci portiamo dentro... più scavi e più scopri tesori, ma anche le ossa di vecchi scheletri sfrattati da un armadio troppo pieno.
Cresci pallida luna, illumina il sentiero scosceso.... sai luna, cadrò mille volte e poi ancora e ancora, mi chiameranno con nomi diversi, troverò chi mi odierà e chi mi amerà, di certo impossibile una via di mezzo, perché non si possono cambiare certe anime... sarebbe come barare e cambiare le carte in tavola..L'importante è andare avanti, ma voltandosi qualche volta, più che altro per non emettere sentenze frettolose e spietate...
Quanto costa un pò di compagnia e un letto candido?
Siamo cuori in catena di montaggio...
 
Tutto questo lo scrivevo il primo di Luglio 2011... se leggo gli scritti di un tempo mi rendo conto della tristezza e della solitudine che avevo dentro... c'è chi dice che non bisognerebbe mai appoggiarsi ad un'altra persona per avere quel senso di felicità, o meglio serenità, pienezza dato che l felicità è solo uno stato momentaneo, ma non credo che siamo nati per stare da soli... e ve lo dice una persona che ama la solitudine, credo che più altro abbiamo bisogno solo dei nostri spazi e di trovare dei punti d'incontro con la persona che accompagna i nostri sensi... che sia esso un fidanzato, un compagno, un marito, un amico un pò più "particolare"... alla fine solo nomi per descrivere una persona che comunque c'è nella nostra vita.... ma noi esseri umani siamo abbiamo un labirinto articolato e pieno di specchi al posto del cuore... I rapporti umani... per parlarne non basterebbe un blog...però pensandoci, per quello che riguarda i rapporti di coppia, forse avrei qualcosa da dire, magari potrei tornare a parlare di erotismo, di gioco... si, presto lo farò... e a proposito di gioco, ecco un video fatto proprio per giocare, a volte non occorre necessariamente spogliarsi per creare con il proprio partner un legame di complicità...


lunedì 31 ottobre 2011

Trasformazione: ed ecco il risultato finale e qualche mio pensiero storto...

Ed ecco come sono oggi... devo dire che mi piaccio, sarà perché il nuovo taglio mi conferisce un'aria meno seriosa... chissà perché noi donne abbiamo la tendenza a modificare drasticamente dopo la chiusura di un rapporto, che sia esso di lavoro o sentimentale... nuova pagina, nuovo aspetto, nuove strade... anche se  purtroppo non sempre va in questo modo...
Si, in questi giorni il mio pessimismo ha raggiunto ragguardevoli dimensioni cosmiche... in alcuni momenti vorrei tagliare ogni legame e fuggire via, magari rifugiarmi in una foresta, accovacciata in un albero cavo, chissà, forse è solo voglia di ritrovare il tepore del grembo materno... poi ci sono delle volte in cui vorrei vedere tutti i miei amici, fare baldoria e condividere con loro tutte le scemenze che partorisce la mia testa mono neuronica...eh si, in questo periodo sono davvero molto più strana del mio normale... bene, dopo questa parentesi di crisi esistenziale torniamo al mio taglio di capelli... vado bene così o proseguo ad accorciarli? Per ora è tutto... buona serata gente...

domenica 30 ottobre 2011

La poltrona volante

Volare sulle ali della fantasia è ciò che mi riesce meglio... una volta un mago mi regalò un tappeto volante per andare oltre i confini dell'immaginazione, ma io barattai il tappeto per una poltrona magica... si, avete capito, una poltrona da barbiere degli anni cinquanta... seduta comodamente su quella poltrona di pelle nera, lisa dal tempo e usata come cuccia da due gatti dormiglioni e coccoloni... su quella poltrona ho ritrovato una parte di me stessa... ho socchiuso gli occhi e una voce mi ha detto di ascoltarmi ... con molta diffidenza e a piccoli passi, ho iniziato sentire...ed è emersa la donna che è in me, la femmina... 
La fotografia erotica mi è sempre piaciuta, ho lasciato che la mia sensualità trasparisse attraverso gli scatti che avete visto qui in questo blog, ho ricevuto molti consensi, ma la femmina che era in me voleva altro...  volevo non essere desiderata solo per il mio aspetto, per quello che Rosathea incarnava... volevo che qualcuno guardasse dentro di me, che qualcuno mi facesse sentire completa... ho iniziato a cercare, forse in modo troppo affannoso, imbattendomi così in personaggi sbagliati, in uomini che hanno violato la mia anima, ma ciò che è stato più grave è che io ho permesso che tutto questo accadesse... non provavo più piacere nel fare l'amore, mentivo spudoratamente, dimenticando con l'andare del tempo il piacere dell'estasi di un orgasmo,l'eccitazione che si trasforma in fremiti... 
Sarà stato lo sfinimento a permettere che io mi abbandonassi su quella poltrona, trovando Sabrina...
Non ho smesso di cercare, perché per completare Sabrina mancano ancora molti tasselli, ma questo ha segnato un traguardo importante... tutte dovrebbero provare quella poltrona, ma cosa ancora più importante, tutte dovrebbero avere la fortuna di trovare una voce in grado di accompagnarci in questa nostra ricerca...
Dopo aver appagato la femmina, il passo successivo è capire cosa vuol fare da grande questa donna...uno scoglio duro, ma staremo a vedere...

lunedì 24 ottobre 2011

Trasformazione...

Si gira pagina... la ricerca di un nuovo lavoro, una nuova me che sta emergendo grazie ad un sentimento forte, sentito, vissuto... insomma, si inizia dai capelli e dal trucco... vedremo quel che accadrà in appresso... l'unica cosa certa è che ho proprio voglia di rinnovarmi, di aprire quei cassetti chiusi da troppo tempo e tirare via dalla naftalina desideri, sogni, speranze... basta aria stantia, apriamo le finestre e lasciamo che l'aria autunnale sommerga questa vita...

venerdì 2 settembre 2011

Ipocrisia,incoerenza, paura ... e tanta, tanta confusione.

Diventare schiavi delle proprie paure, erigerle a divinità. 

Quando ho iniziato a scrivere questo post, avevo tutte le parole, non ne mancava una, ma poi, quando è iniziato questo valzer sui tastini neri, tutto si è fermato...
Paura.............................................................................. Quante paure ha l'essere umano? Tutti abbiamo orrore di qualcosa, nessuno ne è esente, e lasciamo che queste paure diventino catene, ci inginocchiamo a loro come al cospetto di una divinità da adorare e vezzeggiare...
Ad attenta analisi, fatta con seria coscienza ( tono ironico il mio ovviamente), siamo tutti sinceri, brave persone che sanno ciò che vogliono, che non mentono.... attenta analisi...muble muble... attenta per chi? 
E' difficile riuscire a guardarci dentro, discorso affrontato mille volte... alla fine non siamo poi cosi male... Alla fine se sbagliamo è colpa di tizio, è perchè siamo stati costretti a dire o a fare quella determinata scelta.............. 
Domandona: ma quanto cazzo siamo bravi a trovare alibi e giustificazioni? TUTTI nessuno escluso!!!!!!!
Io lo so, ne ho avuto la prova in questi giorni... ciò che esce dalla mia bocca: innamorarmi io? Tzè...l'amore lo lascio ad altri.... mentre il pensiero è un altro, mentre ciò che cresce dentro è davvero quel sentimento odioso, sporco, che non ci permette di ragionare e che al 99,9% non è mai corrisposto... si, paura di ammettere che questo sentimento mi renda cosi fragile, una stupida mammoletta con gli occhioni da cerbiatto tremolante... grrrrr.... odio essere tremolante.... e poi, io sono forte, io posso gestire tutto e tutti... ma non avevo fatto i conti con l'oste ( al quale chiedo uno sconto e volendo la possibilità di credito..pagherò, con gli interessi, ma pagherò....cosa dice? non fa credito a nessuno? Porca mucca...accetta assegni cabriolet? O_O )..niente l'oste non vuole sentirmi...
Potrei scrivere un libro sulle paure, sull'incoerenza, sui mattoni .... ma poi, lo leggerei? naaaaaaaaaa .... mi ritrovo a fare i conti con me stessa, mi ritrovo a guardare una persona che non sono io...io non posso essere così... e allora mi combatto...pant pant..che stanchezza....è tutto inutile, perchè alla fine tutto emerge, e se poi ci si mette un guardiano del faro a aprirti l'anima e urlarci dentro, bè, dopo un primo stordimento inizi davvero a pensare a chi sei e cosa vuoi... Come al solito parole  riposte sugli scaffali sbagliati... vado a farmi un tea.....

sabato 27 agosto 2011

L'isola, il guardiano e un'anima errante

I soliti pensieri confusi, sfusi e distorti di una naufraga per caso...
Seguendo la scia dell'onda emotiva scrivo di getto... scrivo per rabbia, per gioia,  per qualsiasi cosa che attraversi il mio animo lasciandone traccia...
Ho perso il traghetto di ritorno ieri sera, e sono rimasta sull'isola, per chi non lo sapesse, è un non luogo senza spazio ne tempo trovato per caso, nel quale ultimamente la mia anima ha trovato rifugio, un'isola abitata dal guardiano del faro che passa le sue giornate su di uno scoglio, a intessere reti, porta sempre un berretto di lana color carta da zucchero, stesso colore della giacca impermeabile e in bocca la sua immancabile pipa sempre spenta, ha smesso di fumare da tempo, ma non riesce a staccarsi da quell'oggetto, non so da quanto tempo è qui, so solo che riesce a turbarmi a volte, parla come se mi conoscesse da sempre, non posso avere segreti per lui ...  stare qui, mi porta automaticamente a guardarmi dentro, a fare i conti con me stessa e con tutte le mille sfaccettature del mio complesso mondo interiore.
Un senso di vertigine si impossessa di me, il mio corpo non risponde ai miei comandi... come se ogni singola cellula non mi appartenesse più, sbalzata in un'altra dimensione.
Vivo qualcosa di unico, qualcosa che non mi era mai accaduto... non chiedetemi di dargli un nome, un'etichetta, una collocazione... vivo quest'avventura nuova assaporandone ogni attimo, cercando di non perderne neanche un sussulto, una carezza, come quando, prima di immergersi sott'acqua, si respira a pieni polmoni tutta l'aria possibile...Ho messo a nudo il mio io, resettando tutto e mettendomi totalmente in discussione
Turbamento, sgomento, confusione, piacere... ora più che mai sono confusa...
Lui ha scoperto il mio quadro di comando, se non ci fosse stata fiducia tutto ciò non sarebbe accaduto, ma dentro c'è una piccola parte di me che si sente affrontata, come se il mio esercito si fosse arreso al nemico, lasciandomi da sola a combattere una battaglia forse persa in partenza... mi domando: lasciarmi andare totalmente? Accettando però  le conseguenze che questo ne comporta.... è stato bravo lui o incapaci gli altri?
La sua voce mi accompagna sempre, sia nei momenti più intimi, più nostri e anche quando, dopo aver fatto l'amore, restiamo distesi sul letto parlando di questo e di quello., di frammenti di vita vissuta, di emozioni scivolate sulla pelle come un vestito di seta...
Mi trovo spesso a parlare di emozioni... passate, vissute,godute,respirate... alla fine sono proprio quelle che ci fanno sopportare i miasmi della vita, mandando impulsi elettrici a quello stupido muscolo che si agita e si dimena ogni qual volta accade qualcosa di forte... C'è tempo per pensare, elaborare tutto quello che sta accadendo... vado sullo scoglio...


martedì 16 agosto 2011

Vivo

Note leggere come piume, odore di incenso e essenze aromatiche... 
Gocce di olio profumato cadono sulla mia pelle, mani sapienti che si muovono, che accarezzano il mio corpo, mentre la tua voce plasma la mia voglia, il desiderio di un momento unico.
Due anime che si muovono nella penombra di una stanza, attorcigliandosi, unendosi, vivendosi.... lingue che si cercano, che si esplorano freneticamente ..i respiri affannosi, a volte interrotti dall'esplosione del piacere che arriva dirompente, che toglie il respiro come una corda legata stretta al collo, violento come uno schiaffo... mi sento come in bilico su un cornicione, cerco di capire quello che sta accadendo,  ma ci sono momenti in cui le spiegazioni sono superflue, inutili.... 
Vivo il momento. e seguo la tua voce...


domenica 14 agosto 2011

L'alibi

Per scelta indossiamo una maschera,  qualcosa che non ci appartiene, ma che per vari motivi ci resta appiccicata addosso come una seconda pelle...
Sono davvero pochi quelli che non si soffermano all'apparenza, quelli che annusano qualcosa di diverso, quelli che dicono: secondo me è solo una facciata... prendo me come esempio: ho la passione per la fotografia erotica,  cerco sempre di apparire sensuale, docile, una panterona del sesso... e in realtà non è così....
Non sono una santa, ho avuto le mie storie, le mie esperienze e giuste o sbagliate che siano state mi hanno sempre insegnato qualcosa,( nel tempo però, perché sul momento non ho mai compreso),ma non sono neanche una donna affamata di sesso che scivola da un letto ad un altro... non so perchè ho voglia di scrivere questo, forse perchè ci sono ancora troppi pregiudizi, forse perchè ci sono commenti che riescono ancora a ferirmi...a farmi sentire fuori posto... o forse, come mi disse una volta un saggio è solo una questione di alibi....

Rosathea

giovedì 11 agosto 2011

Alice spaccia roba buona!


Capitano quelle giornate in cui gli argini della pazienza e dell'educazione civica si rompono, tutto viene sommerso, senza nessuna distinzione.
Giornate in cui, Cenerentola è una biker che sputa, bestemmia, veste in pelle e latex e calza scarpe Louboutin zebrate , tacco 12; Biancaneve vende i nani ad un circo e trasforma la loro dimora in una casa di appuntamenti d'alto bordo; Alice diventa il sindaco del paese delle Meraviglie e promette incentivi a chi, anziché coltivare l'orto con patate e zucchini, ci pianta marjuana ( in futuro diventerà il Paese Stupefacente)...
Mancanza di pazienza, intolleranza nei confronti di tutto e tutti, voglia di novità e di gesti che non siano sempre così prevedibili, voglia di fermare tutto e urlare: BASTA!!! Adesso sono davvero giunta al limite!
I capi che stressano, i colleghi che sgomitano, il marito incapace di trovare i calzini nel comodino, la moglie petulante che ha l'effetto di un trapano nel culo, i figli che chiedono senza mai dare nulla.
Insomma, un attimo di pace please!
La voglia di stravolgere l'abitudine, di fare qualcosa di diverso c'è in tutti, ma poi manca coraggio e il tempo, potrei fare un elenco di tutte le scuse che riusciamo a trovare come giustificazione , perchè alla fine l'ordine giusto delle cose è la cosa migliore... perchè alla fine l'abitudine è come l'abbraccio caldo della mamma... ma io non ci sto!!! E mi ribello...

Rosathea


Grazie Antonella Taravella... 

domenica 12 giugno 2011

Morì senza aver mai osato osare....

Ci sono aspetti di noi che non vogliamo vedere, altri che non immaginiamo neanche di possedere.

Spesso accettare se stessi è difficile, forse perché la cultura che ci è stata imposta castra la nostra essenza, la parte più vera di noi...
E' un periodo che sento i miei sensi all'erta, a volte ho come l'impressione di essere come un bambino in un negozio di giocattoli o in una pasticceria visto che, oltre tutto, mi si è risvegliato l'appetito di un caimano... Sto scoprendo sfaccettature di me che non credevo o forse, semplicemente non OSAVO... Ho bisogno di gustare tutte le pietanze che mi attraggono: quel piatto perché c'è colore, quell'altro perché la carne mi piace, l'altro ancora perché ha spezie da me mai assaggiate.
"Morì senza aver mai osato osare" è' una citazione di Giovanni SORIANO, tratta da "Maledetti. Pensieri in soluzione acida" è da venerdì che penso a questo verbo: OSARE... Io lo sto facendo, giusto o sbagliato che sia, non faccio del male a nessuno, forse, la mia voglia di protagonismo potrà far storcere il naso a qualcuno, ma non ho più voglia di sedermi nell'angolino e pensare se devo o non devo... mi butto! Altrimenti perdo l'onda, ma cosa importante, non è che io cavalchi TUTTE le onde, ma solo quelle che mi garbano, perché oltre ad osare voglio anche SCEGLIERE!
Se mi guardo indietro, vedo una persona rigida, sin troppo forse, una donna che non ha vissuto, rimanendo ad osservare la vita che scorreva, precludendosi chissà quante scoperte, quanti piaceri... Proprio ieri un'amica mi scriveva: carpe diem, voglio vivere il presente adesso!
A qualcuno il mio comportamento potrà anche non piacere, ma non tolgo niente a nessuno, anzi, forse reprimendomi, tolgo solo qualcosa a me stessa.
Rosathea



mercoledì 8 giugno 2011

Quello che ho dentro

Oggi ho chiuso la mia attività, La Rosa dei Sensi non esiste più... i motivi sono molteplici, ma non è di questo che vorrei parlarvi.
Molti di voi hanno capito che chiudevo questo blog e subito sono arrivati messaggi, mail e telefonate... Qui ci sono i miei pensieri, l'essenza dei miei istinti, ci sono racconti di persone che stimo, musica che amo...insomma, in questo spazio fatto di byte , oltre che mostrare le mie foto erotiche metto a nudo la mia anima, quello che ho dentro, chiuderlo adesso significherebbe castrare una parte di me... forse un giorno lo farò, ma non è questo il momento.
Continuerò a leggere le vostre mail, ad ascoltare e le vostre confidenze sentimentali... 
Rosathea continuerà a parlare di erotismo e dintorni, di vita vissuta e fantasie desiderate, del tempo uggioso e della vitalità di un bradipo in un giorno d'estate quando i locali di Rimini stanno per servire la colazione dopo una notte di bagordi... E' vero, in questo periodo sto chiudendo molti capitoli importanti della mia vita, qualcuno noioso, qualcuno avvincente, altri dal sapore noir, insomma  sto vivendo! 
Ho ancora troppo da dire e da fare, ho un armadio pieno di sogni da aprire... certo, come tutti subisco delle battute d'arresto, ma ho imparato a sollevarmi... Non so se dentro di me c'è una guerriera o una maratoneta... so che qualcosa di buono c'è e l'ho scoperto grazie a tutti voi... 

Rosathea 

domenica 5 giugno 2011

La voglia


Ringrazio M0rgause per questo racconto... buona lettura.
Rosathea



I tuoi occhi severi dentro i miei mi costringono a guardare altrove.
Non riesco a sostenere il tuo sguardo.
Da-ni-el: tre sillabe a formare un triangolo vocale, il ni si insinua in fondo al palato accarezzato dalla lingua.
Come vorrei che al posto della sillaba ci fosse il tuo sesso, caldo, rigido, pronto a riempirmi di carne e seme...
Guardo, sotto di noi, la pianura stendersi fino al mare, mentre il vento mi scompiglia i capelli.
Siamo qui soli, vicini, sui bastioni di questo castello che amo tanto: forse perché la mia antenata 
che lo abitò ti avrebbe costretto nel suo letto senza tante cerimonie.
Erano secoli oscuri quelli, il tempo dei lupi, quando ai potenti tutto era permesso e ogni peccato, anche il più grave, perdonato.
Invece io non ti avrò mai, lo so.
Ma se ti avessi, tu non sai, non puoi neppure immaginare che cosa ti farei.
Mentre parli, con quella voce pacata che mi fa impazzire e muovi le mani agili e nervose per indicarmi paesi e ville lontane, io penso che ora , qui, in questa aria di temporale che ha fatto fuggire i rari turisti, vorrei togliermi il maglione e i pantaloni per restarti nuda di fronte con i seni morbidi e grandi che già si gonfiano al pensiero di te ... per poi afferrarti una mano e portarla tra le cosce umide di voglia e far delle tue dita una spada con cui mi trafiggeresti più e più volte, mentre...
finalmente la tua bocca sarebbe dentro la mia e io febbrilmente ti frugherei nei pantaloni, trovandoti eccitato e pronto.
Allora mi curverei in avanti appoggiandomi al parapetto del torrione e ti chiederei affannata:
-Prendimi con forza, scopami, per favore, per favore..-

E tu, le dita calde sui seni dai capezzoli ormai diritti e rigidi come soldati pronti alla battaglia, 
con un colpo solo mi entreresti dentro e poi...
Così, così, sì, amore mio così, con colpi sempre più forti, dentro, fuori, il tuo viso nei miei capelli fino a che non moriamo dal piacere, tu sciolto in me... 
Dopo cercherei di tenerti dentro il più possibile, il più possibile...

Rispondo a una tua domanda con voce bassa, quasi un sussurro, mentre benedico il vento che facendo dei miei capelli lunghi un velo, mi copre il rossore del viso e il passare e ripassare frenetico della lingua sulle labbra.

Tu non saprai mai quanto ti voglio in questo momento, amore mio impossibile, il tuo odore mi ottenebra i sensi e la voglia di te, così brutale, incosciente, improvvisa mi spaventa e mi eccita in un insostenibile crescendo.
Io sul tuo sesso ci passerei la notte, ad accarezzarlo con le mani, la lingua, le labbra, forgiandone una spada pronta a trafiggermi il cuore.
Berrei fino all’ultima goccia di te, perché nulla del tuo seme prezioso andasse disperso.
Disfarrei le lenzuola con il tuo sudore, mi assopirei dentro l’odore della tua pelle.
Lo so che sai far l’amore come nessuno, che sapresti come leccarmi, prepararmi, baciarmi per penetrare tutti i buchi del mio corpo, che ti offrirei come su un altare pagano, in completo sballo di piacere.
Saprei eccitarti come la puttana più esperta, inventandoti nuovi giochi amorosi, nuove carezze,
saprei come portarti fin sull’orlodell’orgasmo, per poi lasciarti lì, a spasimare, fino a che tu non non mi chiedessi:
-Ora, per piacere, ora, non ce la faccio più-
E dopo che mi avessi riempita....riprenderei a leccarti tutto, dalla bocca per i capezzoli fino al ventre per finire di nuovo sul fallo morbido e indifeso e tu lo sentiresti questo desiderio prepotente , questa fame che non riesco a calmare , e saresti di nuovo eccitato, pronto a divorarmi il sesso grondante umori come una bocca che ha appena mangiato.
Amore cannibale, carne, seme, sudore, spezie.
Arriverei al piacere quasi subito, per voltarti la schiena e accoglierti dietro, nel buchetto tra le colline gemelle e fati l’amore così, in lunghe onde di piacere...
lunghe, lunghissime onde...
Continueremmo per tutta la notte e tu staresti dentro di me fino alla fine dei secoli.
Ci saremmo solo io e te, con il mondo chiuso fuori dei nostri corpi sudati.
E ti abbraccerei forte, così forte da farti male, per sentire il tuo cuore che batte contro il mio,
costringerei la tua anima con due manette di seta per legarla alla mia per sempre.

Amore mio, che continui a parlare e non sai... non sai che vorrei imprigionarti per mille ore nei miei desideri proibiti, dove comanda Regina Lussuria.
Possibile che tu non senta il mio richiamo, la mia voglia di te che mi sfinisce?
Io ti amo, nonostante... contro tutto e tutti.
Sono stanca di adorare la tua assenza.
Vorrei morire sotto di te o sopra di te mentre mi stai dentro: me ne andrei sfiorando il paradiso.
Lo so con sicurezza: io sono quella che tu hai sempre cercato.
Ci deve essere un modo per averti, perché non posso continuare a starti vicino 
senza poterti toccare, tu non sai fino a che punto potrei arrivare....non lo sai.
Da-ni-el , tre sillabe a formare un triangolo vocale, dove il ni si insinua in fondo al palato accarezzato dalla lingua.

sabato 4 giugno 2011

Giornata no

Giornate che nascono per il verso contrario... oggi è una di quelle! Già stamattina è iniziata male, non ho sentito la sveglia, o meglio, credo di averla sentita ma evidentemente nel sonno l'ho staccata... e quindi inizia tutto di corsa, con quell'affanno che non ti lasci nemmeno il tempo di sbattere gli occhi... e poi, non so, c'è quella strana sensazione di vuoto, come se qualcosa mancasse all'appello però ancora non so cosa... Oggi è una carrellata di riflessioni storte, di sospiri spinosi... perché nell'essere umano non esiste il tasto reset o un Ctrl<Alt<Canc? Almeno da comprendere i processi malati che smuovono questi pensieri amari... mi verrebbe voglia di andare in giro con un cartello al collo con su scritto: A.A.A bella notizia cercasi... e poi arrivano quelli che pensano di conoscerti, esibendo il loro sorriso smagliate a 72 denti che dispensano le loro pillole di saggezza... ma se siete cosi saggi com'è che poi state sempre a piangere per questo o per l'altro motivo? Grrrr...oggi gira davvero male... cerco di capire come fare per cambiare l'umore ma niente sembra essere il rimedio giusto... forse dovrei approfittare del pomeriggio di sole e andare a fare una passeggiata chiarificatrice in mezzo al verde... si, passerà... tutto scorre, come disse qualcuno....

giovedì 2 giugno 2011

Domani


E sarà domani e sembra così lontano... solo domani potrai affondare le tue mani sul mio corpo.
Domani potrò gustare con piccoli morsi il tuo labbro inferiore, mentre tu mi stringerai forte a te, così forte che mi sarà impossibile non sentire la tua voglia che pulsa, che si fa carne e voglia.
Domani potrò sentire l'odore della tua pelle e con la lingua gustarne ogni lembo... intanto, cullo la mia eccitazione in attesa che venga domani... in attesa di sentire il calore del tuo corpo fondersi con il mio. 

Rosathea

Copyright immagine 

lunedì 30 maggio 2011

Punto e a capo


Mettere un punto e andare a capo... ricominciare a scrivere un altro periodo... anche ieri si parlava di voltare pagina, di prendere decisioni... certe scelte ci appaiono avventate, in realtà è che evidentemente qualcosa non sta funzionando... è come voler vestire a tutti i costi una taglia 40 quando indossiamo una 44! Manca l'aria, ci si innervosisce, e il risultato allo specchio non è dei migliori... se c'è un malessere vuol dire che qualcosa in quella determinata situazione sta andando male... poi magari la colpa è degli ormoni, di quelle fragilità labili che tutti abbiamo... Non è dato sapere se le scelte fatte, dettate dall'impulsività, sono giuste o sbagliate, sarà il tempo a parlare, come sempre.Magari si deluderà qualcuno, ma la vita mi ha insegnato che non si possono soddisfare tutti... 

domenica 29 maggio 2011

Un capitolo chiuso... ne inizia un altro?


Capita di chiudere una situazione, ma riflettendoci, una chiusura non è sempre da vedere come un qualcosa di negativo... è una tappa raggiunta, è comunque una crescita. 
Queste considerazioni sono frutto di un pensiero letto su Facebook condiviso da una  bellissima donna, nel quale esternava la sua volontà di voler chiudere un blog, il suo blog ... ho sorriso leggendo quelle righe, nonostante io sia una pessimista ho pensato che quel gesto fosse positivo, che non stava chiudendo per distruzione o per scappare da verità scomode, ma semplicemente la crisalide si è svegliata, pronta a prendere il volo verso nuove mete, nuovi blog....Un capito chiuso, che ha segnato, ha fatto commuovere, esultare un cuore... un percorso di vita vissuto... 
Poi c'è anche chi chiude un qualcosa a causa di  un carattere distruttivo e nei momenti di rabbia cancella tutto quello che ha costruito, lo so bene perché è anche una mia tendenza, è una sorta di autopunizione che  ci si infligge per aver osato sbagliare, c'è chi mi dice che forse sono troppo severa con me stessa, e in parte è cosi... Si riesce ad essere calmi e riflessivi quando si tratta di dover affrontare le spigolosità degli altri, pronti a indossare l'armatura per sconfiggere i draghi delle persone che si sono vicine,  ma quando si tratta delle nostre spine, dei nostri draghi, bè si tende a rimandare, a nascondersi dietro giustificazioni plausibili e meno.... mamma mia che pasticcio che riusciamo a combinare!
Rosathea

sabato 28 maggio 2011

Prostituzione: lo sapevate che?

Buongiorno a tutti! Curiosità mosse da un post letto su facebook...  la prostituzione nell'antichità, davvero contenuti interessanti! 
Buona lettura a tutti!

Rosathea

Le prostitute greche, sapendo  che la pubblicità  è l'anima del commercio, incidevano la suola delle loro scarpe a mó di timbro, in modo che rimanesse impressa sulla strada da loro percorsa la seguente frase: 
"SEGUI I MIEI PASSI".

Amate e ripudiate, sfruttate e rese immortali nei versi dei poeti, le prostitute nell'antica Roma hanno avuto un ruolo sociale di primo piano, come testimoniano centinaia di documenti risalenti al periodo compreso tra il 200 a.C. e il 250 d.C.. L'atteggiamento dei romani nei loro confronti era controverso, intessuto di paradossi e apparenze. Il bordello, interdetto moralmente ai patrizi, veniva definito, con tono arrogante e misogino, lupanar (o lupanarium ), ossia «tana dei lupi», delle donne-lupo, dal momento che la parola lupa (femmina del lupo), era spesso usata anche per le meretrici. Il termine lupanar aveva quindi un valore dispregiativo, che evidenziava la natura rapace, predatrice ed egoista della prostituta, rinnegandone, al tempo stesso, l'umanità . Nonostante questi pregiudizi, le case d'appuntamento a Roma e nell'Impero erano molto frequentate, e le prostitute non attiravano le attenzioni solo dei ceti medio-bassi. L'aristocrazia vedeva nel sesso a pagamento uno svago e una attività  economica con un notevole flusso di denaro contante dai profitti alti e dai costi - anche quando le schiave e la casa dovevano essere acquistate - relativamente modesti. Così, le prostitute avevano libero accesso anche a terme e spettacoli, luoghi ed eventi destinati ad accogliere un gran numero di persone. La discriminazione sociale, tanto a cuore ai patrizi, era paradossalmente elusa in edifici d'uso pubblico e non in zone malfamate. Gli aristocratici erano evidentemente liberi di patrocinare gli incontri alle terme, ma rischiavano la loro reputazione se avessero messo piede in un bordello o popina . L'idea di reprimere o creare zone riservate per le prostitute - come fecero in seguito i cristiani - non sfiorava nemmeno il pensiero dei cittadini romani: per loro era sufficiente incaricare alcuni ufficiali di sorvegliare i bordelli e mantenere l'ordine pubblico. In realtà , questi soldati si limitavano a tutelare la distinzione di status tra prostitute e donne rispettabili e a riscuotere per lo stato tasse e canoni d'affitto delle proprietà  pubbliche. D'altronde, per l'erario le meretrici erano una fonte di cospicui guadagni: erano molte e poco costose, il loro lavoro tassabile. Alcune di loro intraprendevano la professione spinte dalla prospettiva di un beneficio economico, la maggior parte erano costrette a farlo da schiavisti o lenoni aggressivi. Paragonata alle brulle alternative che l'economia romana offriva alle donne costrette a trovare lavoro, la prostituzione poteva essere una possibilità  attraente, sebbene illusoria, dal momento che anche le prostitute «libere» erano sfruttate. Si trattava in ogni caso di una professione che offriva il miraggio di profitti elevati, come dimostrano le tariffe in uso in età  imperiale: una prostituta poteva guadagnare da 0,25 a 16 assi per prestazione e forse più. Le prostitute di basso rango prendevano per ogni singolo incontro un sesto dello stipendio giornaliero di un 
lavoratore maschio della tarda repubblica. Se paragoniamo le tariffe applicate in un bordello nella Norimberga del quindicesimo secolo - che Peter Schuster ritiene pari a tre ore di lavoro di un apprendista - a quelle della tarda Repubblica e del primo Impero, si deduce che il sesso a pagamento era poco costoso e accessibile a molti uomini poveri. Certo, esistevano anche meretrici d'alto livello. Ma alcune cifre leggendarie, riportate dalla letteratura, elargite a prostitute (o amanti) sembrano solo frutto della fantasia, come i centomila sesterzi (ricordiamo che un sesterzio era l'equivalente di quattro assi) che Marziale dichiarava d'aver sperperato per un'amante a Leda. Le tariffe indicate sembrano per la maggior parte plausibili. I riferimenti alla cosiddetta quadrantaria («ovvero la donna che richiede un quarto d'asse per una prestazione») 
sono forse puri insulti, mera diffamazione, dal momento che il «prezzo» di un quarto di asse è molto lontano dalla media attestata: di solito le prostitute più vecchie o meno attraenti richiedevano un asse. Due assi era invece la tariffa per le prostitute di basso livello. Prezzi bassi, modesti, alla portata di tutti. In fondo, due assi era il prezzo di una fetta di pane. Per avere un'idea del volume d'affari del mondo a luci rosse romano basta prendere in considerazione la situazione a Pompei. Le prostitute in attività  - circa un centinaio - avevano 
complessivamente una media di cinquecento rapporti ogni giorno e guadagnavano in totale almeno mille assi (250 sesterzi) giornalieri. Il profitto che lo stato ricavava dalle prostitute ai tempi di Caligola, invece, dovrebbe essere stato come minimo di 50 sesterzi al giorno, vale a dire 18.250 all'anno. 

Si chiamano  "zoccole" perchè anticamente si faceva indossar loro gli zoccoli in modo che il rumore che questo tipo di calzatura produceva sui ciottoli avvertisse chi era nei dintorni della presenza della professionista.

In questa accattivante rassegna delle variegate pratiche sessuali degli etruschi non poteva certo mancare il sesso di gruppo, lo scambio di coppie e la sodomia. Ed è qui che Teopompo dà  il meglio di sè, con un finale pirotecnico e spettacolare. Dunque, a suo dire, i nostri cari etruschi in occasione di incontri conviviali, a sfondo familiare o di carattere sociale, dopo aver abbondantemente mangiato e soprattutto bevuto, al momento di coricarsi, si apprestano a ricevere indistintamente le cortigiane, le mogli o bellissimi giovani. Dopo aver ampiamente goduto di questi e di quelle, presi evidentemente da un moto di grande generosità , lasciano il posto a giovani vigorosi perchè possano soddisfarsi, restando, presumiamo, a guardare. Il tutto avviene in modo promiscuo o, più frequentemente, al riparo di semplici paraventi di rami intrecciati sui quali appendono i mantelli. Dopo questo bel quadro edificante Teopompo non puó peró fare a meno di sottolineare che gli etruschi preferiscono comunque le donne, ma "talvolta" si danno ai piaceri con giovani e ragazzi, che del resto in Etruria sono bellissimi perchè sono abituati al lusso e usano depilarsi il corpo. 
Il primo commento che verrebbe da fare a queste affermazioni è "da quale pulpito...", in effetti Teopompo attribuisce agli etruschi "vizi" e costumi che sono tipicamente greci, e che i greci hanno, per così dire, "esportato" in Etruria. Il gioco è abbastanza scoperto: ogni volta che il nostro accenna ai ragazzi etruschi non riesce a trattenere la sua ammirazione e si profonde in lodi per la loro prestanza e bellezza. In verità  gli etruschi, come vedremo nel prossimo capitolo, non approvavano l'omosessualità , ma non è escluso che essendo sensibili e aperti alle esperienze socio-culturali dei popoli con cui venivano a contatto possano averla accettata e marginalmente praticata. Di certo non entró mai nel costume. 
E veniamo, infine, al capitolo prostituzione. Qui non è solo Teopompo a dire la sua, è un autentico coro di scrittori greci e latini che elevano lamenti ed alti lai per l'asserita immoralità  delle donne etrusche, talvolta contrapposta alla virtù e alla castità  delle donne greche e romane. Al punto che in epoca tarda la parola "etrusche" era quasi sinonimo di prostitute. Timeo, Platone, Plauto, Livio... per citare i più noti, un vero plotone. Nel richiamare quanto già  detto sulle peculiarità  della posizione della donna nella società  etrusca, vogliamo solo aggiungere che certamente presso gli etruschi la prostituzione è esistita, come presso qualsiasi altro popolo, in qualsiasi altra epoca (non a caso è il mestiere più antico del mondo...). Che il fenomeno avesse le dimensioni paventate è da escludersi, non essendo ció supportato da alcun dato oggettivo. Sappiamo da fonti storiche, ed in parte anche archeologiche, che in Etruria la prostituzione veniva praticata nella sua forma più "nobile": la prostituzione sacra. Presso il tempio di Pyrgi le ierodule, vale a dire le prostitute sacre, offrivano se stesse ai pellegrini e ai viaggiatori per sostenere le spese del tempio ed incrementarne le ricchezze. Tali ricchezze dovevano essere evidentemente cospicue se suscitarono l'avidità  di Dionigi I che nel 384 a.C., alla testa della flotta siracusana, riuscì a impadronirsene, nonostante il soccorso degli abitanti di Caere in difesa del loro porto. A ben vedere anche le "signore", impegnate nello svolgimento di raffinate pratiche erotiche con una pluralità  di partner, raffigurate nella tomba dei Tori e in quella della Fustigazione nella necropoli di Tarquinia (cfr. il prossimo capitolo), dovevano senz'altro essere delle prostitute. Ma dobbiamo fermarci qui, altri dati di particolare rilievo non ne abbiamo. Un po' poco per fare dell'Etruria il luna park della prostituzione.

La cavigliera (il braccialetto per caviglie) veniva usata nel '700 dalle prostitute francesi con le mestruazioni, per segnalare che erano disponibili solo oralmente.


A Roma si affermò la figura della cortigiana cosiddetta "da candela" o da "lume", chiamata così perché abitava talvolta nel retrobottega dei venditori di candele o perché usava una candela per misurare il tempo di ogni cliente. Queste sono registrate nei libri degli stati delle anime delle parrocchie romane, come meretrici o curiales, donne povere che spesso si prostituivano, divenendo, per usare un termine di Delumeau[28], "delle cortigiane provvisorie" specialmente nei momenti più acuti di miseria, ad esempio durante le carestie: grave fu a Roma quella del 1590-92 che fece aumentare il numero di prostitute presenti in città . Ma quante erano le cortigiane a Roma? Nel XVI secolo ne vennero in gran numero, così come molti altri poveri, da varie parti d'Italia, come emerge dalle statistiche del Cerasoli[29]. Il Delumeau[30] calcola, sulla base dei dati forniti dai censimenti degli anni 1599-1605, che dovevano esserci 17 cortigiane ogni 1000 abitanti di sesso femminile. Umberto Gnoli[31], facendo riferimento al censimento del 1526, calcola che a Roma erano circa 4900 su 55035 abitanti censiti, circa il 10 per cento della popolazione. E' chiaro che questi dati sono relativi a periodi particolari e non possano corrispondere pienamente ad una situazione costante nel tempo, ma concretamente si può pensare che quest'ultimo dato, preso come valore medio, possa quantificare la loro presenza dalla metà del cinquecento in poi. I bandi e gli avvisi di Pio V mostrano una severità particolare anche nel reprimere la prostituzione, attraverso i metodi della segregazione prima e dell'espulsione dalla città dopo. Dal 1566 iniziarono le disposizioni contro la prostituzione. La vicenda delle cortigiane romane va di pari passo con la concezione negativa che si ha, come già detto, del povero lungo l'età moderna. La stessa meretrice rappresentava il nesso indissolubile, l'esempio vivente del connubio tra peccato e povertà e tra povertà e vizio[32]. Povere pericolose perché immorali. Povere colpevoli che minano l'aura sacra della città di Roma. In un avviso del 3 agosto 1566 Pio V sottolinea il carattere infame della presenza delle meretrici nella città eterna: "...l'infamia ... che dalle meretrici siano habitate le più belle strade di Roma santa, ove è sparso il sangue dei santi martiri, ove sono tante reliquie, tante devotioni, ove è la Santa Sede Apostolica et tanta religione: città , che per specchio del mondo tutta doverà esser monda da vicii et peccati a confusione d'infideli et eretici..". Tra le categorie marginali che popolano le carceri emergono anche le prostitute: gli arresti oscillavano, nel luglio del 1570, tra i dieci e i venti ogni giorno. Di loro si dice "frequenter carceribus mancipantur", poiché erano spesso all'origine di risse e discordie.[33] Nelle carceri le cortigiane assieme alle donne avevano un settore a parte. La pena che viene loro inflitta è spesso l'esilio da Roma ed il ritorno nella città di origine; a volte si incontra la fustigazione ed i tre tratti di corda (questa forma di punizione consisteva nel legare le mani del condannato dietro la schiena con una corda che, passata attraverso una carrucola, serviva a sollevarlo da terra; ogni tratto corrispondeva nel sollevare e lasciar cadere di colpo il reo). Accanto all'atteggiamento repressivo che accompagna le misure contro la prostituzione ve ne è un altro che considera questa attività una fonte di introiti per il governo, che vede le prostitute in funzione di interlocutrici all'interno del sistema legislativo in quanto contribuenti. Si è alla presenza di una serie di provvedimenti che obbligano le meretrici a contribuire al bene della città : in occasione della sistemazione di via Ripetta fu imposta loro una tassa; le meretrici erano inoltre tenute a pagare un tributo fisso di 10 carlini[34]. Con quest'ultimo provvedimento le stesse prostitute erano difese dalla legge contro gli abusi degli esattori, che in caso di frode nei loro confronti incorrevano in pene severe, come la galera ed i tre tratti di corda. In tal senso il governo si assumeva la tutela delle prostitute in quanto contribuenti da difendere contro i soprusi. In realtà la missione che Pio V si era proposto non era tanto l'abolizione della prostituzione, cosa oltretutto difficile viste le resistenze che i suoi provvedimenti già trovavano, bensì l'opera di moralizzazione della città che doveva far assurgere Roma a modello per tutta la cristianità , nello sforzo di rinnovamento che in quel periodo la Chiesa chiedeva innanzitutto a se stessa. Gli ostacoli che abbiamo accennato provenivano anche dagli interessi economici che legavano indissolubilmente le prostitute al resto della città . Infatti, quando Papa Ghisleri decise la cacciata di alcune prostitute da Roma nel 1566 e contemporaneamente pensò di rinchiudere le altre prima in Trastevere e successivamente nella zona dell'Ortaccio, molte furono le proteste che provenivano ad esempio dagli affittuari delle case che in questo modo videro crollare i prezzi, dai conservatori che videro diminuire il gettito della dogana e da molti commercianti che avendo dei crediti tra le meretrici li videro sfumare assieme alla possibilità di fare buoni affari con le medesime. Il papa che decise di proseguire l'atteggiamento di Pio V verso la prostituzione fu Sisto V. Le pene inflitte alle meretrici sotto Sisto V sono particolarmente dure poiché mirano anche alla loro umiliazione: spesso viene prevista, quando vengono colte in flagranza di reato o perché sono in contravvenzione ai bandi, la spoliazione che consiste nella confisca di tutte le cose che avevano con sé compreso lo stesso abito. Si assiste alla fine del cinquecento ad una svolta dell'atteggiamento della chiesa nei confronti della prostituzione: da una parte la legislazione si concentra sulla repressione e non solo sulla richiesta di contributi; dall'altra vengono colpiti anche coloro che si accompagnano alle prostitute. Gli uomini loro complici o che per stare con loro contravvengono alle disposizioni governative incorrono anche loro in pene, meno umilianti rispetto alle meretrici, ma pur sempre dure: a questi spetta la fustigazione o i tre tratti di corda. Questa situazione si confermerà agli inizi del secolo successivo. Nel XVII secolo i provvedimenti mirano a colpire sempre di più gli uomini trovati in loro compagnia. Tutto ciò sembra figlio di una strategia precisa che è quella di isolare le meretrici attenuando contestualmente nella città il reato. Ma la novità maggiore che si può cogliere agli inizi di questo secolo, e che si scorge anche nelle precedenti disposizioni di Sisto V, è che nei bandi viene evidenziato il reato dello stupro e dell'avviamento o istigazione alla prostituzione. Per il primo reato vengono stabilite pene diverse a seconda se si tratti di una donna onesta, nel qual caso il violentatore può incorrere nella pena capitale, o di una meretrice, ed allora il reo dovrà minimo pagare una multa o al massimo scontare sette anni di galera. Se c'è quindi una mutazione legislativa tendente a reprimere gli abusi anche verso le meretrici perseguendo i colpevoli, esiste pur sempre una forte discriminazione nei loro confronti dettata dal fatto che esse stesse inducono al peccato essendo la fonte dello stesso. 

La risposta che in quegli anni viene data dal governo pontificio non si esaurisce solo nei provvedimenti legislativi; contestualmente nascono, sotto la spinta riformista, delle istituzioni che vogliono dare una risposta operativa al problema. Tra queste, nella metà del Cinquecento, troviamo il Conservatorio di S. Caterina della Rosa detta anche dei Funari che nasce, ispirato probabilmente anche da S. Ignazio da Loyola, con lo scopo di raccogliere le figlie delle cortigiane e le fanciulle povere in pericolo di prostituzione, per sottrarle al proprio destino. Ma nelle regole del Conservatorio emerge una scelta particolare che è utile sottolineare: non è la fanciulla povera o abbandonata che può trovare accoglienza in questa casa, tant'è che non venivano accettate né le brutte, né le storpie, né quelle malate. Questo perché pur essendo povere, proprio a causa della loro condizione fisica, non versavano in stato di pericolo, ossia non avevano molte possibilità di affermazione nel mondo del meretricio. Sempre agli inizi del cinquecento viene fondato il monastero di S. Maria Maddalena[35] che ha lo scopo di accogliere le prostitute pentite e tra queste non quelle anziane e disperate ma quelle giovani che in modo volontario, colte da crisi religiosa, scelgono di cambiare la loro vita e donarsi interamente al Signore. E' chiaro che questa scelta di campo che viene operata nella costituzione stessa del monastero taglia fuori quell'alto numero di meretrici che in vecchiaia riscopriranno la propria fede, in quel periodo della vita quando le malattie, la miseria e le difficoltà le accomuna un po' tutte, facendo divenire il convento spesso l'unica reale alternativa; ma tale scelta è figlia della convinzione che il pentimento, quando uno è vecchio, non è genuino, reale, vero perché promana da uno stato di bisogno. Per la maggior parte povere tra i poveri queste cortigiane "da candela" o meretrici sono un'espressione, fra le tante, di quella variegata realtà che è il pauperismo nel cinquecento; esse, diversamente dagli altri poveri, hanno l'aggravante di essere peccatrici per la vita immorale che conducono e per il fatto stesso di essere donne, la cui assenza, però, così come ci testimonia un avviso sulla polizia dei costumi del 19 luglio 1567 che informa della cacciata di 60 meretrici dalla città , suscita il malcontento generale

La Grande prostituta.Anticamente, il sesso era considerato una vera e propria liturgia, che permetteva ad entrambi i partner di trascendere i propri sensi comuni per entrare in una nuova dimensione spirituale.Essenzialmente si trattava di un rito di passaggio e di trasformazione interiore: di qui la ierodula, la serva-amante, veniva chiamata pertanto «Grande Prostituta» (assumendo l'epiteto della dea al cui servizio era addetta), ed eseguiva ogni volta un particolare atto sessuale di coitus reservatus, un intenso e prolungato orgasmo di tutto il corpo senza emissione di fluido seminale, il quale avrebbe condotto l'uomo all'horasis, l'illuminazione spirituale.L'atto sessuale tra un uomo e la sacerdotessa era il mezzo  per fare esperienza del divino e il corpo della sacerdotessa diventava, in modo impensabile per il mondo occidentale contemporaneo, letteralmente e metaforicamente una via per entrare in rapporto con gli deiPer i pagani, infatti, le donne erano naturalmente in contatto con il divino, mentre l'uomo, da solo, non poteva raggiungere questo obiettivo.L'atto sessuale assolveva così per un lato la funzione generale propria ai sacrifici evocatori o ravvivatori di presenze divine, dall'altro aveva una funzione strutturalmente identica a quella della partecipazione eucaristica: era lo strumento per la partecipazione dell'uomo al sacrum, in questo caso portato e amministrato dalla donna.Alle ierodule era solito attribuirsi gli epiteti di «Vergine Santa» o «Grande Prostituta»,titoli che in ogni caso nel paganesimo matriarcale si riferivano comunemente ad una sacra sacerdotessa depositaria dell'oscuro segreto femminile relativo alla gnosi magica del divino, essendo costei l'incarnazione terrena della Dea sotto la cui benedizione amministrava nei templi il culto religiosoTra le incombenze liturgiche delle Sante Vergini o ierodule, le serve sacre del tempio, c'erano i doveri di somministrare la grazia celeste della Dea, di far guarire dalle malattie attraverso lo sputo medicinale e le secrezioni della vagina] di profetizzare di eseguire le sacre danze in onore della divinità nonché di intonare le lamentazioni funebri e di diventare «Spose» del dio-sacerdote nei riti prestabiliti del matrimonio sacro.
L'appellativo Vergine Santa non stava però ad indicare verginità fisica in senso stretto, ma piuttosto acquisiva il significato di «ragazza nubile»: pertanto le ierodule erano sia vergini in quanto non vincolate da alcun legame matrimoniale, e sia sante perché manifestavano pubblicamente la funzione sacerdotale, essendo la rappresentazione terrena delle varie dee nei cui confronti amministravano il culto religioso, basato sulla sessualità sacra. Sicché, qualora fosse stato generato un figlio, per logica a costui si conferiva un epiteto che allora non poteva dar luogo ad equivoci, ove nel caso particolare dei Semiti suonava come bathur e per i Greci parthenioi, cioè il nato da vergine.(Ripastreghe)

Fin dall'inizio del 1840 le più importanti agenzie d'informazione, uomini di chiesa e donne nubili divennero sempre più preoccupati sia dalla masturbazione che dalla prostituzione, chiamata anche Il Grande Male Sociale. Benché le stime e il numero delle prostitute a Londra intorno alla metà dell'800 variasse notevolmente (William Acton nel suo studio miliare "Prostituzione", riportò che la polizia stimava in 8.600 il numero delle prostitute a Londra nel 1857), è sufficiente per affermare che il numero delle donne che lavoravano sulla strada divenne sempre più difficile da ignorare. Il Censimento fatto nel 1851 nel Regno Unito rese evidente lo squilibrio demografico con un 4% in più di donne rispetto agli uomini. A quel punto la questione della prostituzione da problema etico-religioso divenne problema socio-economico. Il censimento del 1851 mostrò come la popolazione della Gran Bretagna fosse di circa 18 milioni di abitanti: ciò significava che circa 750.000 donne sarebbero rimaste nubili semplicemente perché non c'erano abbastanza uomini.

Già dalla metà del 700 nacque qualche ospizio che si occupava di riabilitare le prostitute, ma dal 1848 al 1870 il numero di questi ospizi che lavoravano per riscattare queste donne perdute, riqualificarle e introdurle in una società rispettabile per farle lavorare come domestiche, ebbe una grande esplosione. Il tema della prostituzione e delle donne perdute (un termine di comodo usato per descrivere ogni donna che avesse rapporti sessuali al di fuori del matrimonio) divenne l'argomento  principale di ogni discussione letteraria e politica medio-vittoriana, vedendolo come problema sociale e discutendo su cosa si doveva fare di loro.
Nel 1864 il Parlamento approvò la prima legge sulle Malattie Contagiose: una serie di misure volte a ridurre la diffusione delle malattie a trasmissione sessuale nelle forze armate, applicata a un numero di porti e città. Alle forze di polizia sono stati concessi i poteri per identificare e registrare prostitute, costrette a subire ispezioni corporali obbligatorie. Le donne che rifiutavano di sottoporsi volontariamente potevano essere arrestate e portate davanti a un magistrato.
Poiché la decisione su chi fosse una prostituta era lasciata al giudizio di ufficiali di polizia, molte più donne di coloro che lo erano effettivamente furono esaminate. Dopo due ulteriori emendamenti, nel 1866 e nel 1869, l'ingiusta legge fu finalmente soppressa nel 1886. Una pioniera di questa lotta fu Josephine Butler, che contribuì alla fondazione di una società che lavorasse per abrogare le leggi di questo tipo.
Josephine Butler, 1828-1906, un leader femminista, attivista instancabile e scrittrice e ha condotto la crociata contro la legge sulle Malattie Contagiose (oltre ad altre, come ad esempio quella contro la prostituzione minorile a Londra). La campagna ha avuto successo: è stata sospesa nel 1883 ed abrogata nel 1886.  La legge sul divorzio introdotta nel 1857 consentì ad ogni uomo di divorziare dalla propria moglie per adulterio, ma viceversa una donna poteva divorziare dal marito adultero solo se l'adulterio si associava alla crudeltà. L'anonimato della città portò ad un notevole aumento della prostituzione e delle relazioni sessuali illegittime.







Il mio pensiero sulla money slavery: più di un gioco

  La Money Slavery è una delle pratiche più incomprese del BDSM, spesso liquidata come un capriccio o un gioco perverso. Eppure, dietro qu...