Ogni
incontro è diverso, anche se i gesti sembrano simili. Non è mai solo il movimento,
il comando o il gesto esteriore. C'è una connessione invisibile, costruita su
fiducia e rispetto, qualcosa che chi osserva dall'esterno spesso non
capisce.
Oggi qualcuno mi ha chiesto come riesco a fare
quello che faccio senza sentirmi "strana"... ho sorriso.
La verità è che niente di quello che faccio mi sembra una perversione o
un'alterazione della realtà. Al contrario, è come se il BDSM fosse uno
specchio, uno spazio sicuro in cui le maschere cadono, dove ciascuno è libero
di mostrare la propria essenza, senza vergogna.In questo mondo non si tratta di
sofferenza o di semplice obbedienza. È un gioco di ruoli, si, ma un gioco dove
il rispetto è la prima e ultima regola. Ogni parola, ogni movimento, è
accordato, concordato, come un patto antico. So dove si fermano i miei limiti e
i suoi, e insieme li rispettiamo. non si tratta mai di sopraffazione o abuso,
ma di complicità.
A chi
pensa che sia follia, rispondo che il vero potere è capire e comprendere i
confini di chi ti sta di fronte e non oltrepassarli mai. È qui che trovo la mia
sicurezza, in questa chiarezza assoluta. nel sapere che ogni mio gesto nasce da
una scelta e che lui si fida di me, perché sa che non lo porterei mai in un
territorio che non conosciamo entrambi.
Il BDSM, per
come lo vivo io, è un luogo di verità. È il coraggio di guardarsi dentro, di
affrontare le proprie ombre e di uscirne con una luce nuova. Non c'è nulla di
caotico o di sregolato. Al contrario, è la forma di ordine più assoluta che
conosca. Il BDSM è per me un terreno di autenticità e intesa, più che un'idea
stereotipata o una semplice dinamica di potere.