Capita
spesso che le persone abbiano un’idea rigida di chi siamo in base a ciò che
facciamo. Se dico che pratico BDSM, molti danno per scontato che io sia una
persona dura, che non si interessa di certe cose… come la meditazione, la
spiritualità, il senso profondo delle cose. Ma chi l’ha detto che le due cose
non possano coesistere? Stamattina parlavo con un’amica di spiritualità,
meditazione e buddhismo. Mi ha detto che trova strano che una persona come me,
che vive il BDSM con fermezza e rigore, sia anche interessata alla meditazione.
Forse perché siamo abituati a pensare che il BDSM sia solo istinto, solo
pulsione, solo gioco di potere. Ma non è così. Ogni mattina medito. Non lo faccio
per rilassarmi, ma per ritrovare la mia centratura, la mia lucidità. La
meditazione mi aiuta a essere presente, a liberarmi dai rumori esterni e
interni, a connettermi con ciò che sono davvero. La meditazione e il BDSM non
sono due percorsi vissuti nello stesso momento, ma si incrociano, si
influenzano, si completano. Essere più lucidi, più consapevoli, più centrati,
ci permette di vivere anche il BDSM in modo più autentico. Non puoi
abbandonarti davvero a una dinamica se sei confuso, se non sai chi sei, se
cerchi nel BDSM un rifugio dalla tua instabilità interiore. Non puoi dominare
davvero se non hai la chiarezza per comprendere il tuo potere. Per me,
la meditazione non è parte del BDSM, ma è una strada parallela che mi aiuta a
viverlo meglio. Non ha nulla a che vedere con la mia dimensione di Padrona, ma
senza di essa non potrei essere la Padrona che sono. Un giorno, uno schiavo mi chiese di meditare con me durante una
sessione. Ovviamente rifiutai. Perché? Perché la meditazione è intimità con se
stessi, il BDSM è relazione. Sono due linguaggi diversi, ma entrambi servono
per conoscersi meglio. Una ventina d’anni fa praticavo il buddhismo di Nichiren
Daishonin. A quei tempi non ero ancora una Prodomme, ma il BDSM faceva già
parte della mia vita. Ricordo che ne parlai con alcune persone perché avevo
dubbi, incertezze, paura di sbagliare. Mi fu detto che dovevo fare una scelta,
che le due cose non potevano coesistere. Ci pensai molto, e alla fine feci una
scelta: lasciai il buddhismo. Non perché avessi perso fede, non perché non ci
credessi più, ci credo ancora profondamente. Ma perché capii una cosa
importante: quando la religione viene interpretata da persone che non conoscono
e giudicano tematiche delicate, fanno danni enormi.Questa esperienza mi ha
portato a una consapevolezza: il BDSM non è in contrasto con la spiritualità,
con la religione, con il percorso interiore di una persona. Il BDSM non è un
peccato, non è qualcosa di sbagliato, perché è fondato sul consenso, sulla
consapevolezza, sulla libertà di essere se stessi.Cosa c’è di più autentico, di
più sacro, del permettere a una persona di esplorare la propria natura in modo
sano, senza vergogna? Perché mai una religione, una fede, una dottrina dovrebbe
imporre una rinuncia a una parte di sé, se questa parte non fa male a nessuno. Ci
sono persone che trovano nella sottomissione una liberazione dall’ego, dal
controllo, dal peso di dover essere sempre forti. Ci sono altre persone che,
nel dominio, scoprono una responsabilità nuova, una guida, una forza interiore
che non avevano mai espresso. Il BDSM, vissuto con consapevolezza, può essere
un percorso di conoscenza di sé. La spiritualità è un viaggio dentro noi stessi,
così come lo è il BDSM. Ma il modo in cui viviamo questo viaggio cambia da
persona a persona. Per me, la connessione con il mio lato più profondo avviene
nella meditazione, mentre il BDSM è un altro linguaggio, un altro strumento per
comprendere le dinamiche umane. E alla fine, tutto ruota intorno alla stessa
domanda: chi sono davvero? La
spiritualità, quella vera, non impone di essere qualcosa che non siamo. Ci
spinge a scoprirci, ad abbracciare ogni parte di noi, anche quella più
nascosta, quella che forse per anni abbiamo negato. Il BDSM non è il contrario
della spiritualità. È solo un altro modo per arrivare alla nostra verità. Ti sei mai chiesto se quello che desideri davvero è ciò che ti è stato
insegnato a volere, o se è qualcosa di più profondo? Qualcosa che ti appartiene
da sempre, ma che forse hai avuto paura di riconoscere? Perché
la vera libertà non sta nel seguire ciò che ci viene imposto. Sta nell’avere il
coraggio di essere se stessi, senza paura di guardarsi dentro.
Lady Altea