lunedì 16 dicembre 2024

Educazione: un valore dimenticato o mai acquisito?

 


Rispetto e potere: la realtà di una prodomme

La parola prodomme deriva dall’unione del prefisso “pro”, che indica professionalità, e del termine francese “domme”, abbreviazione di dominatrix, ossia dominatrice, racchiude in sé il peso di un ruolo antico e moderno allo stesso tempo. Questo termine identifica una figura che padroneggia l’arte della dominazione consapevole, guidando il gioco psicologico ed emotivo del mondo BDSM. Non è solo un’etichetta, ma un ruolo che richiede competenza, conoscenza delle tecniche, e una profonda comprensione delle dinamiche umane. Difficile ridurre ad un’unica definizione.

Per alcuni è un sogno irraggiungibile, per altri il riflesso delle proprie fantasie più intime, ma per tutti dovrebbe essere una realtà da avvicinare con rispetto. Essere una prodomme significa molto di più che padroneggiare tecniche raffinate o soddisfare richieste specifiche: significa guidare, entrare nella profondità della mente di chi si affida a lei, e farlo con eleganza, equilibrio e una conoscenza profonda delle dinamiche psicologiche che rendono il BDSM qualcosa di unico.

Non è un lavoro per chi cerca scorciatoie o guadagni facili. La prodomme non si limita ad eseguire, ma costruisce un mondo dove ogni gesto, ogni parola e ogni silenzio hanno un significato. Purtroppo però, c’è chi si avvicina a lei con superficialità, mosso da un’idea sbagliata del ruolo, cercando solo pratiche fisiche o, peggio ancora, trattandola con una maleducazione sconcertante. Appellativi come: “ciao bella”, “tesoro”, “cucciola”, “principessa”, richieste dirette e irrispettose come” quanto prendi”? senza un saluto e nessuna presentazione, non solo sono inappropriati: sono uno schiaffo al lavoro e alla dedizione che questa figura incarna.

Ecco perché è importante ribadire che una prodomme non si offre per prestazioni sessuali. La sua essenza risiede nell’essere l’oggetto del desiderio mai esaudito, una guida che domina con la mente prima che con il corpo. Non è una escort, e il suo lavoro, pur condividendo con quello delle sex worker il rispetto che entrambe meritano, si muove su binari completamente differenti. La profomme non soddisfa fisicamente nel senso tradizionale. Piuttosto, alimenta la fantasia, stabilisce i limiti, e crea un rapporto basato sull’attenzione, sulla curiosità e sul mistero. Sebbene non offra il suo corpo per il piacere sessuale, il suo potere e controllo fisico possono comunque suscitare una risposta fisica dello schiavo, come la scarica dovuta al dolore o alla privazione, ma sempre entro i confini stabiliti, senza che ci sia mai un coinvolgimento diretto.

È importante ricordare che il rispetto deve essere dato a tutte le persone, a prescindere dalla loro professione, che si tratti di una prodomme, una sex worker o qualsiasi altro ruolo. Ogni essere umano merita attenzione, educazione e cortesia. Sminuire un lavoro che può portare sollievo o soddisfazione fisica e psicologica è un atto di mancanza di rispetto che va oltre il comportamento di chi lo svolge, ma riflette anche una visione distorta dell’umano e della dignità. Se ci si presenta in modo rispettoso, l’atteggiamento della persona dall’altra parte sarà inevitabilmente più propenso alla reciprocità, creando così un’interazione più aperta e genuina. Al contrario, un approccio maleducato o superficiale non solo denota una mancanza di rispetto, ma rende difficile instaurare qualsiasi tipo di rapporto, anche se temporaneo, e compromette ogni possibilità di confronto costruttivo.

Non tutti cercano un rapporto profondo o una connessione emotiva con una prodomme. Alcuni desiderano esclusivamente pratiche specifiche, come il bondage, il clinical o il travestitismo, o altre pratiche mirate e questo è legittimo, ma deve avvenire sempre nel rispetto della figura con cui si sta interagendo. Ogni interazione con una prodomme dovrebbe essere un incontro tra desideri e confini, un gioco di ruoli che si fonda su rispetto, educazione e consapevolezza.

Non è facile parlare di questa professione senza rischiare di offendere altre categorie o senza che alcune persone si sentano fraintese, in un mondo ancora per molti sconosciuto o frainteso, riuscire a spiegare in poche parole un concetto così complesso è una sfida. Sarebbe bello se tutti, indipendentemente dal loro ruolo o dalla loro professione, imparassero a trattare il prossimo con rispetto e ad affrontare questi argomenti con apertura mentale, per superare finalmente le incomprensioni.

Ammetto che ci sia una certa amarezza nel dover continuamente spiegare e ribadire cosa sia e cosa non sia il ruolo di una prodomme, quando tutto si riduce alla mancanza di educazione e empatia, Ciò che dovrebbe essere scontato, come un semplice “buongiorno “o “buonasera2, o l’uso di un linguaggio rispettoso, sembra essere dimenticato da molti. La base di ogni relazione, anche professionale, è la CORTESIA: che si tratti di una prodomme o di qualsiasi altra figura, la maniera di approcciarsi è fondamentale. Dire:” ciao quanto prendi?” è una manifestazione di mancanza di rispetto. La stessa educazione che si deve ad un qualsiasi altro professionista o PERSONA!!! Un semplice:” Buongiorno, mi chiamo Marco, vorrei avere maggiori delucidazioni in merito al tuo annuncio”, rende qualsiasi dialogo più civile, aperto e rispettoso: La differenza tra un incontro che si basa su un servizio, risiede proprio in questa attenzione al prossimo!

Nel 2024, mi ritrovo a dover ribadire concetti che dovrebbero essere scontati, come l’importanza dell’educazione e del rispetto nelle interazioni con gli altri, anche in contesti professionali. È davvero sorprendente come, nonostante l’evoluzione della società, ci sia ancora bisogno di spiegare l ‘importanza di approcciarsi con cortesia, empatia e attenzione. Questo, purtroppo, non solo rallenta il nostro progresso, ma mina anche la qualità dei nostri rapporti umani, che dovrebbero essere sempre improntati alla dignità e al rispetto reciproco. Mi auguro che questo post possa contribuire a sensibilizzare su quanto sia fondamentale trattarsi con rispetto, in ogni contesto, perché alla fine, la gentilezza e l’educazione non sono mai troppi.

Lady Altea

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