Rispetto e potere: la realtà di una prodomme
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Per alcuni è un sogno irraggiungibile, per altri il
riflesso delle proprie fantasie più intime, ma per tutti dovrebbe essere una
realtà da avvicinare con rispetto. Essere una prodomme significa molto di più
che padroneggiare tecniche raffinate o soddisfare richieste specifiche:
significa guidare, entrare nella profondità della mente di chi si affida a lei,
e farlo con eleganza, equilibrio e una conoscenza profonda delle dinamiche
psicologiche che rendono il BDSM qualcosa di unico.
Non è un lavoro per chi cerca scorciatoie o guadagni
facili. La prodomme non si limita ad eseguire, ma costruisce un mondo dove ogni
gesto, ogni parola e ogni silenzio hanno un significato. Purtroppo però, c’è
chi si avvicina a lei con superficialità, mosso da un’idea sbagliata del ruolo,
cercando solo pratiche fisiche o, peggio ancora, trattandola con una
maleducazione sconcertante. Appellativi come: “ciao bella”, “tesoro”, “cucciola”,
“principessa”, richieste dirette e irrispettose come” quanto prendi”? senza un
saluto e nessuna presentazione, non solo sono inappropriati: sono uno schiaffo
al lavoro e alla dedizione che questa figura incarna.
Ecco perché è importante ribadire che una prodomme non
si offre per prestazioni sessuali. La sua essenza risiede nell’essere l’oggetto
del desiderio mai esaudito, una guida che domina con la mente prima che con il
corpo. Non è una escort, e il suo lavoro, pur condividendo con quello delle sex
worker il rispetto che entrambe meritano, si muove su binari completamente
differenti. La profomme non soddisfa fisicamente nel senso tradizionale.
Piuttosto, alimenta la fantasia, stabilisce i limiti, e crea un rapporto basato
sull’attenzione, sulla curiosità e sul mistero. Sebbene non offra il suo corpo
per il piacere sessuale, il suo potere e controllo fisico possono comunque
suscitare una risposta fisica dello schiavo, come la scarica dovuta al dolore o
alla privazione, ma sempre entro i confini stabiliti, senza che ci sia mai un
coinvolgimento diretto.
È importante ricordare che il rispetto deve essere
dato a tutte le persone, a prescindere dalla loro professione, che si tratti di
una prodomme, una sex worker o qualsiasi altro ruolo. Ogni essere umano merita
attenzione, educazione e cortesia. Sminuire un lavoro che può portare sollievo
o soddisfazione fisica e psicologica è un atto di mancanza di rispetto che va
oltre il comportamento di chi lo svolge, ma riflette anche una visione distorta
dell’umano e della dignità. Se ci si presenta in modo rispettoso, l’atteggiamento
della persona dall’altra parte sarà inevitabilmente più propenso alla
reciprocità, creando così un’interazione più aperta e genuina. Al contrario, un
approccio maleducato o superficiale non solo denota una mancanza di rispetto,
ma rende difficile instaurare qualsiasi tipo di rapporto, anche se temporaneo,
e compromette ogni possibilità di confronto costruttivo.
Non tutti cercano un rapporto profondo o una
connessione emotiva con una prodomme. Alcuni desiderano esclusivamente pratiche
specifiche, come il bondage, il clinical o il travestitismo, o altre pratiche
mirate e questo è legittimo, ma deve avvenire sempre nel rispetto della figura con
cui si sta interagendo. Ogni interazione con una prodomme dovrebbe essere un
incontro tra desideri e confini, un gioco di ruoli che si fonda su rispetto,
educazione e consapevolezza.
Non è facile parlare di questa professione senza
rischiare di offendere altre categorie o senza che alcune persone si sentano
fraintese, in un mondo ancora per molti sconosciuto o frainteso, riuscire a
spiegare in poche parole un concetto così complesso è una sfida. Sarebbe bello se
tutti, indipendentemente dal loro ruolo o dalla loro professione, imparassero a
trattare il prossimo con rispetto e ad affrontare questi argomenti con apertura
mentale, per superare finalmente le incomprensioni.
Ammetto che ci sia una certa amarezza nel dover
continuamente spiegare e ribadire cosa sia e cosa non sia il ruolo di una
prodomme, quando tutto si riduce alla mancanza di educazione e empatia, Ciò che
dovrebbe essere scontato, come un semplice “buongiorno “o “buonasera2, o l’uso
di un linguaggio rispettoso, sembra essere dimenticato da molti. La base di
ogni relazione, anche professionale, è la CORTESIA: che si tratti di una
prodomme o di qualsiasi altra figura, la maniera di approcciarsi è
fondamentale. Dire:” ciao quanto prendi?” è una manifestazione di mancanza di
rispetto. La stessa educazione che si deve ad un qualsiasi altro professionista
o PERSONA!!! Un semplice:” Buongiorno, mi chiamo Marco, vorrei avere maggiori
delucidazioni in merito al tuo annuncio”, rende qualsiasi dialogo più civile,
aperto e rispettoso: La differenza tra un incontro che si basa su un servizio,
risiede proprio in questa attenzione al prossimo!
Nel 2024, mi ritrovo a dover ribadire concetti che
dovrebbero essere scontati, come l’importanza dell’educazione e del rispetto
nelle interazioni con gli altri, anche in contesti professionali. È davvero
sorprendente come, nonostante l’evoluzione della società, ci sia ancora bisogno
di spiegare l ‘importanza di approcciarsi con cortesia, empatia e attenzione.
Questo, purtroppo, non solo rallenta il nostro progresso, ma mina anche la
qualità dei nostri rapporti umani, che dovrebbero essere sempre improntati alla
dignità e al rispetto reciproco. Mi auguro che questo post possa contribuire a
sensibilizzare su quanto sia fondamentale trattarsi con rispetto, in ogni
contesto, perché alla fine, la gentilezza e l’educazione non sono mai troppi.
Lady Altea